Categoria: Turismo

STRATEGIE IN BASE AGLI EVENTI

Le strategie di revenue devono, inevitabilmente, tenere conto degli eventi (manifestazioni, congressi, eventi sportivi, etc.) della propria città.

Tuttavia, occorre saper valutare la portata di ciascun evento, ovvero quanto un evento incide o meno sul mercato nel periodo in cui si svolge.

L’errore più comune, infatti, è quello di “sparare” le tariffe nelle date in cui ci sono eventi che, in realtà, non hanno una portata tale da aumentare la domanda in modo considerevole.

Ovviamente, oltre alle caratteristiche dell’evento in sé (numero partecipanti, location, durata, etc.) bisogna tener presente anche la location nella quale si svolge. Se l’evento avviene in una particolare zona, le strutture coinvolte saranno (oltre quelle vicine all’area dell’evento) quelle ben collegate a tale luogo, le altre verosimilmente saranno tagliate fuori e non dovranno considerare l’evento per le proprie analisi di mercato.

Inoltre, in caso di eventi importanti occorre anche considerare il numero delle strutture influenzate. Ad esempio, una partita del 6 Nazioni di Rugby a Roma, che mediamente conta 65’000 presenze (non calcolando che una parte non pernotta perché proviene da Roma o zone limitrofe ed un’altra buona parte è dirottata dalle agenzie di viaggio nelle strutture convenzionate), coinvolge talmente tante strutture ricettive che i risultati in termini di vendite spesso non ripagano chi gioca una politica troppo aggressiva di rialzo.

Possiamo concludere che se da una parte è doveroso tener sempre sotto controllo il calendario degli eventi nella propria zona, è altrettanto giusto analizzare la portata di ciascun evento (e non agire in maniera superficiale o impulsiva, sulla scia dell’emotività) prima di modificare le proprie strategie, correndo il rischio di compromettere le vendite.

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NON RIMBORSABILE SÌ, NON RIMBORSABILE NO

Abbiamo letto diversi articoli sulla convenienza o meno di avere una tariffa non rimborsabile in vendita.

Possiamo individuare sostanzialmente due correnti di pensiero: una fautrice della tariffa prepagata, in quanto consente di avere un incasso immediato, un’altra chiaramente contraria, perché la non rimborsabile “blocca” una tariffa con diversi mesi di anticipo, impedendo di ottimizzare le vendite last minute.

Come per ogni strategia, anche per l’applicabilità della tariffa non rimborsabile occorre, anzitutto, prendere in considerazione il tipo di struttura, il numero totale di camere, la finestra di prenotazione media, etc.

Attraverso lo screening di tutti questi parametri, si può ritenere opportuno o meno attivare la non rimborsabile. E’ indubbio che la possibilità di ricevere subito il pagamento della prenotazione faccia gola agli albergatori ma è altrettanto vero che una mole troppo alta di booking con tale tariffa potrebbe compromettere l’ADR auspicata.

La soluzione ideale è quella di dosare l’uso della non rimborsabile, aprendola in periodi specifici (ad esempio in bassa stagione per iniziare a vendere l’alta) e impostandola con scontistiche non troppo elevate rispetto alla nostra tariffa flessibile.

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L’IMMAGINE E’ TUTTO MA L’APPARENZA INGANNA

L’immagine dell’azienda, il modo con cui appare agli occhi di chi non la conosce già, è certamente uno dei principali strumenti di vendita, senza il quale ogni strategia commerciale può venire meno.

Spesso, però, soprattutto nell’ambito alberghiero, troviamo strutture che appaiono di qualità superiore a quello che in realtà sono, grazie a servizi fotografici a regola d’arte e a testi architettati, e strutture di reale valore che, invece, non riescono a trasmettere i propri punti di forza.

Per le prime si otterranno, se accompagnati da corrette politiche di revenue, dei buoni risultati in termini di vendite nel breve periodo per poi, nel lungo periodo, andare incontro a problematiche varie causate dalle false aspettative infuse nei clienti che, così, avranno effetti negativi sulla brand reputation.

Per le seconde, il problema nasce a monte, non riuscendo a cogliere, con un’immagine poco curata, i giusti frutti e ad attuare le strategie prefissate.

Come sempre, “in medio veritas” e la scelta più corretta è, certamente, quella di impostare l’immagine della propria struttura a 360 gradi con foto ben fatte e testi che rispecchino il reale valore della struttura. E’ chiaro che si tenderà a far risaltare il più possibile le proprie qualità e a nascondere i propri difetti, ma ciò non deve significare apparire per quello che non si è perché prima o poi se ne pagano le conseguenze.

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ONLINE REPUTATION: OBIETTIVO O PERDITA DI TEMPO?

Nel mondo alberghiero come negli altri settori, la reputazione è tutto.

Qualsiasi tipo di azienda, negozio o impresa avrà più possibilità di successo se la propria reputazione è positiva, viceversa andrà incontro a difficoltà.

La reputazione delle strutture ricettive al 90% dipende oggi dal web ed in particolare dal punteggio medio delle recensioni pubblicate dai nostri ospiti sui vari portali e metamotori (Google Business, Trivago, Tripadvisor, etc.)

Ciò comporta che molte strutture, quasi in maniera maniacale, concentrano gran parte dei loro sforzi nell’incentivare le recensioni positive, puntando così a migliorare la propria online reputation.

Nella giungla del web, però, tra comportamenti scorretti e concorrenza spietata, non sempre questi sforzi vengono ripagati e, a volte, è sufficiente ricevere qualche recensione negativa per rovinare mesi di lavoro, per cui capita spesso che il punteggio di una struttura non ne rispecchi le reali caratteristiche.

Certamente, avere un’ottima reputazione web favorisce la buona riuscita delle strategie di vendita e degli obiettivi prefissati, tuttavia sarebbe più opportuno concentrare il proprio lavoro affinché gli ospiti possano avere realmente la miglior esperienza possibile, in modo tale da creare (in maniera quasi automatica) un sistema virtuoso che faccia risaltare i punti di forza e le qualità della propria struttura. Le recensioni positive, infatti, devono essere il risultato dell’attività quotidiana di customer service e dei servizi offerti, non un obiettivo da raggiungere a tutti i costi.

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QUANTO CONTA LA PREPARAZIONE DEL NOSTRO STAFF?

Spesso si considerano le strategie di vendita adottate e i relativi investimenti di marketing in maniera concettualmente separata dalla preparazione e dalle procedure adottate dallo staff di front e back office. In realtà le cose vanno di pari passo, non c’è strategia che tenga senza un’adeguata formazione del personale che, oltre a dover avere le competenze necessarie per incentivare le vendite al banco nonché telefonicamente o via e-mail, deve essere in grado di vendere i vari servizi extra che la struttura offre (nonché upselling) e, non ultimo, promuovere recensioni positive da parte degli ospiti.

Il processo commerciale alberghiero agisce in maniera circolare: dai parametri e gli obiettivi prefissati si passa alle politiche tariffarie, dai clienti che prenotano con quelle tariffe si arriva all’esperienza in Hotel e, quindi, al contatto col nostro staff. Infine, dal feedback dell’ospite si producono conseguenze a livello commerciale che, in maniera positiva o negativa, influenzano le strategie che, quindi, devono adattarsi di conseguenza. E così via.

In questo ciclo, il personale in struttura è un anello fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi e, a tal fine, va incentivato con formazione adeguata, procedure e direttive chiare e puntuali, un sistema di premi che stimolino le vendite dei servizi.

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Soluzioni e consulenze alberghiere homepage Hotelp

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COME DIFENDERSI DALLE OTA E PROMUOVERE LE VENDITE DA SITO DIRETTO?

Le nostre strutture alberghiere sono sempre più soffocate dallo strapotere delle OTA che, con la loro forza economica, dominano il web e ci costringono a pagare commissioni sempre più salate.

Ma davvero dobbiamo rassegnarci a questo status quo, godendoci soltanto una piccola fetta di prenotazioni che, per caso o per fortuna, prenotano sul nostro Sito diretto?

Il cliente che prenota direttamente, non solo costituisce un guadagno maggiore (non dovendo pagare commissioni) ma dà la possibilità all’Hotel di instaurare un rapporto di comunicazione più stretto con lui, con potenziali vendite di servizi extra.

Il Sito diretto deve essere una nostra priorità e non solo un qualcosa da fare “tanto per”, a tal proposito è fondamentale:
1) Affidarne la realizzazione a professionisti del settore che, oltre a contenuti ben fatti, operino in maniera incisiva a livello SEO e di indicizzazione sul web affinché il Sito sia reperibile e possa ricevere un numero di visite adeguate
2) Adottare strategie di revenue ed offerte personalizzate per incentivare le prenotazioni dirette
3) Delle azioni marketing mirate sui principali metamotori (es. Trivago) che possono dare quella giusta spinta alle vendite, sottraendo mercato alle OTA. D’altronde, queste ultime non fanno altro che investire in pay per click e adwords per indirizzare le prenotazioni verso il proprio portale. Perché non fare lo stesso?

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IL RITORNO DEL PAY PER CLICK?

Lo conosciamo bene, ce lo hanno proposto in tutte le salse. Il famoso pay per click, ovvero quell’attività di marketing per cui, ad ogni click al proprio sito web, corrisponde un costo che va dai € 0,50 in su.

Qualche anno fa, il pay per click spopolava nel web ed in particolare nel mondo alberghiero dove, grazie a questa pratica, le strutture più forti, si facevano largo guadagnando posizioni in termini di indicizzazione.

Oggi siamo tutti, chi più chi meno, diffidenti verso queste azioni di marketing online, vuoi perché in passato ne hanno fatto uso talmente tante strutture alberghiere da ridurne i potenziali benefici comuni, vuoi perché chi le ha adottate lo ha fatto senza linee-guida precise.

Dopo qualche anno di flessione, nell’ultimo periodo si sono riaffacciati prepotentemente sul mercato alcuni metamotori (vedi Trivago) per riproporre un pay per click più strutturato ed efficace.

Attraverso un uso corretto e ponderato, questa può oggi essere un’ottima arma per combattere le OTA e promuovere le vendite dirette. Ovviamente, come per tutte le altre iniziative, sono necessarie strategie di revenue e di marketing ben oculate e mirate ai giusti mercati.

Nell’uso del “pay per click” è, pertanto, raccomandabile:
– Stabilire un budget adeguato in base ai propri obiettivi
– Selezionare massimo 3 mercati dove si ritiene la campagna possa attecchire positivamente (evitare mercati come l’Italia dove i click sono molti ma con basse percentuali di conversione)
– Impostare delle politiche di revenue che rendano più convenienti le tariffe e le offerte presenti sul sito diretto
– Monitorare costantemente la campagna per verificare se i settaggi impostati siano corretti o da rivedere.

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“BOOKING BASIC”: A COSA STIAMO ANDANDO INCONTRO?

Proprio così: da qualche mese anche il colosso dei portali online, Booking.com, ha ceduto, si è arreso alla nuova tendenza di mettere in vendita, oltre che le tariffe inviate direttamente dalla struttura alberghiera, anche quelle di terzi (agenzie o tour operator) che, attraverso accordi più convenienti con l’Hotel, consentono al portale di vendere a tariffe migliori.

Tale novità ha fatto infuriare gli albergatori che si sono trovati spiazzati e spaesati ma, in realtà, poche colpe vanno attribuite a Booking.com il quale non ha fatto altro che adattarsi al nuovo status quo, per non restare tagliato fuori dagli altri portali online che da anni usano questa pratica per rosicchiare prenotazioni al gigante del web.

In mezzo a questa guerra commerciale, gli albergatori sono vittime che non possono far altro che assistere inermi alla caduta del classico sistema di vendita B2B e B2C, che un tempo viaggiavano su binari paralleli ma che oggi si incontrano per salvaguardare i reciprochi interessi.

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FARE REVENUE GIOCANDO ALLA ROULETTE?

Oggi troppo spesso ci imbattiamo, soprattutto nelle strutture alberghiere di medio-piccola entità, in manager tuttofare o commerciali dell’ultima ora che, per necessità di budget o presunzione, gestiscono le strategie commerciali e di revenue, senza alcuna base formativa e conoscenza delle dinamiche e variabili che determinano il mercato.

“Anche un orologio fermo segna l’ora giusta. Due volte al giorno.” diceva Hermann Hesse, per cui anche strategie errate e senza fondamento possono, a volte, portare risultati, in particolare nei periodi di alta domanda ma, per ottenere profitti all’altezza degli obiettivi ed essere sempre in linea col mercato, occorre inevitabilmente affidarsi a professionisti che da anni masticano revenue.

Non ci si improvvisa commerciali, il futuro di un’azienda va affidato a chi se ne intende.
Il Revenue é una cosa seria!

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IL RUOLO DEL TOUR OPERATOR OGGI

Per i nostalgici di un tempo, quando internet non aveva ancora preso piede in modo incisivo, il Tour Operator rappresentava uno dei principali interlocutori, avendo la capacità di distribuire le strutture alberghiere in importanti network di agenzie di viaggio.

In tal modo, si ampliava il mercato e si potevano raggiungere potenzialmente clienti da tutto il mondo.

Con l’avvento delle OTA e dello sciacallaggio online, quegli stessi clienti possono oggi prenotare la struttura online a tariffe per lo più identiche e con maggiore facilità.

Di fronte ai nuovi scenari portati dal predominio del web, i Tour Operators più stoici hanno provato (a fatica) a mantenere il loro ruolo originario, la maggior parte invece si è adattata trasformandosi in un ibrido tra Tour Operator e OTA, sfruttando le tariffe più convenienti concordate con l’Hotel per rivenderle sia offline che online dove, attraverso dei markup ridotti, riesce a sfruttare la maggiore visibilità.

In tal modo, però, è venuta sempre meno l’unicità del Tour Operator e la convenienza da parte degli albergatori ad entrarne in rapporti commerciali, non portando più nuovi mercati ma andando ad inquinare la rete già ampiamente popolata del web.

Restano, comunque, alcuni interessanti Tour Operator di nicchia che, ancora oggi, riescono a ritagliarsi uno spazio importante nel mercato e a differenziare l’offerta, con i quali vale la pena collaborare.

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